FATTORI DI RISCHIO LEGATI AL CUCCIOLO

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  1. AdminLulù
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    Fattori di rischio legati al cucciolo

    Un recente studio ha dimostrato che la mortalità dei cuccioli è del 17,4 % prima dello svezzamento, mentre scende al 4% dopo lo svezzamento. Le perdite più grosse avvengono durante la prima settimana (55,6%). Lo svezzamento porta invece ad nuovo picco di mortalità che si esaurisce dalla 12a settimana. Questi risultati mostrano che lo sforzo di prevenzione deve concentrarsi nella prima settimana.

    Ipossia

    Il parto e i primi movimenti respiratori del cucciolo costituiscono incontestabilmente il momento più critico per il neonato.

    Per prevenire l'ipossia neonatale del primo giorno, i veterinari hanno attualmente a disposizione diversi strumenti:
    - Stima della maturità polmonare dei cuccioli tramite analisi del progesterone, visto che la caduta della progesteronomia materna è concomitante con la comparsa di un surfactante lipoproteico indispensabile all'apertura degli alveoli polmonari. Questo strumento ha notevolmente diminuito la mortalità neonatale conseguente a tagli cesarei troppo precoci, soprattutto nelle razze brachicefale.
    - All'occorrenza, aiuto manuale nel parto in caso di parto difficile (soprattutto in caso di presentazione posteriore, fattore di rischio supplementare di mortinatalità dovuto all'aumento del tempo di espulsione) o aiuto medico immediato per ridurre il periodo di rischio d'inspirazione del liquido amniotico, sapendo che il principale fattore stimolante del primo movimento inspiratorio non sembra essere la separazione della placenta ma piuttosto la depressione toracica che fa seguito alla compressione pelvica (aumento della pCO2 nei vasi ombelicali).
    - Controllo dell'anestesia e del risveglio durante il cesareo.
    - Stasamento dell'incrocio delle vie aeree superiori dei cuccioli tramite aspirazione del liquido amniotico per mezzo di pompetta.
    - Manovre (riscaldamento, strofinio, ecc.) e il trattamento di rianimazione classico dei cuccioli (stimolanti respiratori bulbari e maschera d'ossigeno)

    Ipoglicemia

    Proprio come il maialino, il cucciolo alla nascita non dispone di tessuto adiposo bruno che permette la termogenesi senza brivido. Le sue riserve glicogeniche muscolari ed epatiche sono molto limitate (autonomia di poche ore dopo la nascita) ed è difficilmente mobilizzabile, rischiando quindi un'ipoglicemia nei primi quindici giorni. La comparsa di crisi ipoglicemiche (convulsioni seguite da apatia) dipende essenzialmente dalla rapidità della presa colostrale e della temperatura ambiente.

    La prevenzione della mortalità per ipoglicemia nelle prime ore passa quindi per il riscaldamento e successivamente per la rapida presa della mammella (che gli fornisce glucosio tramite idrolisi del lattosio) e infine, se le pratiche precedenti sono insufficienti, per iniezione di siero glicemico isotonico.

    Ipotermia

    Alla nascita, l'evaporazione del liquido amniotico comporta, come per il funzionamento di un climatizzatore, un raffreddamento proporzionale alla superficie corporea del cucciolo. Tale fenomeno spiega perché i cuccioli delle piccole razze sono più esposti all'ipotermia rispetto ai piccoli di grossa taglia della stessa età.

    Come per la glicemia, la temperatura del cucciolo è strettamente legata alla precocità della prima succhiata e alla quantità del colostro ingerito.

    Nessuno strumento di prevenzione serve per l'ipotermia:
    - Le lampade ad infrarossi sono talvolta responsabili di disidratazione nei cuccioli (soprattutto se l'umidità è bassa: <55%) o di ustioni nella madre se poste troppo in basso.
    - I tappeti riscaldanti e il riscaldamento dal suolo presentano l'inconveniente di scaldare la madre e i cuccioli, con il rischio di nuocere all'allattamento.

    Nel caso fossero necessarie temperature estreme, e ciò in caso di infezione da herpesvirus, le incubatrici richiedono la separazione dei cuccioli dalla madre.

    Si rendono pertanto necessarie alcune precauzioni:
    - "testare" molto tempo prima del parto l'abitudine della madre a sopportare temperature elevate in maternità (l'accelerazione della frequenza respiratoria è un buon metro della saturazione delle sue capacità di regolazione termica.)
    - non separare la madre da tutta la cucciolata ma porre i cuccioli a turno in una incubatrice in caso di ipotermia,
    - lasciare alla madre la possibilità di vedere il proprio cucciolo attraverso il vetro dell'incubatrice,
    - riscaldare i cuccioli in modo progressivo, per evitare un collasso cardio-respiratorio,
    - sorvegliare particolarmente le cucciolate non numerose, in cui i cuccioli non si possono riscaldare tra loro,
    - assicurare ai cuccioli e alla madre un gradiente termico all'interno del quale ognuno potrà trovare la temperatura che preferisce.

    Disidratazione

    I fattori di rischio di disidratazione del cucciolo nei primi 15 giorni sono in funzione del rapporto peso/superficie (più debole nei cuccioli di piccola taglia), dell'immaturità della filtrazione renale, della temperatura e dell'umidità ambientale, del buon funzionamento delle poppate e di eventuale diarree che spesso non si notano per via del leccamento materno (si notano solamente delle "code bagnate").

    La prevenzione della mortalità per disidratazione passa innanzitutto dalla diagnosi (segno della plica cutanea, pesate regolari nei primi giorni), dal controllo dei parametri succitati (utilità degli umidificatori) e, all'occorrenza, tramite reidratazione per via orale o parenterale. Invece i rischi di iperidratazione non sono trascurabili nei cuccioli fino a che non sono in grado di regolare la filtrazione renale.

    Mancanza di cure alla nascita

    Senza elencare i classici principi di rianimazione ben noti (aiuto nel parto, rottura della sacco amniotico, aspirazione delle mucose, stimolazione dei primi movimenti inspiratori, ecc.) conviene insistere in questa sede sull'utilità della regolare antisepsi del cordone prima che cicatrizzi completamente, ricordando che la cavità buccale della madre (tramite leccamento della regione perineale dei cuccioli) e la lettiera sono i principali fattori di rischio di contagio del cordone.

    Altre cause di mortalità neonatale

    Le cause di mortalità neonatale nei cuccioli sono numerose e varie. Citiamo comunque:
    - Sindrome emorragica, che, se legata a cattiva conservazione dell'alimento materno, può essere efficacemente prevenuta mediante somministrazione prolungata di vitamina K1 alla madre e ai cuccioli.
    - Sindrome emolitica che, se avviene troppo spesso in una stirpe, potrebbe giustificare la determinazione del gruppo sanguigno dei genitori prima del loro accoppiamento o almeno prima di qualsiasi trasfusione praticata sulla madre.
    - Sindrome del cucciolo nuotatore (arti posteriori a rana): può lasciare sperare, nei casi meno gravi, ad un'accelerazione del recupero tramite stimolazione sensoriale dei cuscinetti posteriori (mediante uno spazzolino, per esempio), saldamento provvisorio degli arti posteriori mediante "manette" di elastoplast e, naturalmente, ponendo il cucciolo sopra un suolo più ruvido. I trattamenti a base di vitamina E e selenio non hanno dato risultati significativamente diversi rispetto ai recuperi spontanei talvolta osservati.
    - Mortalità neonatale iatrogena (cioè provocata o anche solo aggravata da trattamenti farmacologici la cui scelta e posologia non hanno tenuto conto della sensibilità della farmacocinetica diversa rispetto all'adulto). Le principali controindicazioni e posologie farmacologiche sono ora sufficientemente note ai veterinari perché siano in grado di valutare i rischi prima di ogni scelta terapeutica riguardante la madre o i piccoli.

    - Le diarree del cucciolo che sono troppo spesso oggetto di una terapia sistematica, mentre basterebbe più semplicemente controllare la quantità, la qualità o la frequenza di ingestione dell'alimento (che si tratti di latte materno, di latte sostitutivo o di alimento per svezzamento) in modo che esso si possa adattare gradualmente alla lenta maturazione del corredo enzimatico digestivo dei cuccioli (lattasi o amilasi soprattutto).
    - Infezioni virali, la cui prevenzione dovrebbe avvenire per immunizzazione passiva (colostro, sieroterapia) o attiva (vaccinazione).

    -Infezioni batteriche

    Numerosi batteri responsabili di setticemie o diarree neonatali presenti nei cuccioli possono manifestarsi anche nei cani clinicamente sani. La comparsa di sintomi nei piccoli dipenderà quindi generalmente dal numero di batteri in causa e dalla protezione immunitaria dell'animale, strettamente legata alle condizioni dello stato immunitario della madre, dall'assorbimento del colostro, dall'età del cucciolo, dalla quantità di microbi presenti nell'ambiente, dallo stress e da numerosi fattori individuali.

    Si capisce quindi che è difficile incriminare un batterio solo perché è stato evidenziato durante un unico esame batteriologico delle feci. Considerato ciò, i batteri più frequentemente patogeni per i cuccioli sono:

    -I GERMI RESPONSABILI DELLE MASTITI

    nella madre (sindrome del latte "tossico") sono in grado di provocare gastroenteriti particolarmente gravi nei cuccioli, sfociando in rapida disidratazione e nella comparsa di un ano violaceo e protuberante detto "a cavolfiore". Il ritiro dei cuccioli e l'allattamento artificiale permettono in questi casi di sottrarre la cucciolata ai rischi di embolizzazione di germi intestinali (setticemia).

    La presenza di ascessi cutanei (stafilococchi) nella madre può anche causare setticemie neonatali nei cuccioli. Provenienti in alcuni casi da infezioni ombelicali, soprattutto quando la madre è colpita da prognatismo, perché questa cattiva chiusura dentaria le provoca difficoltà nel tagliare i cordoni.

    - I COLIBACILLI

    trasmessi dalle feci, il latte o il pelo della madre.

    FONTE
    http://publications.royalcanin.com/renv ... on=2736175
     
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